DESCRIZIONE GEOMORFOLOGICA DEL PIANORO DI ADRANO
L’abitato del Comune di Adrano sorge in corrispondenza di un pianoro, a pendenze variabili da Nord verso Sud, dove s’identifica morfologicamente un crinale principale orientato N–S che occupa una fascia parallela alla Via Vittorio Emanuele su due vergenze opposte. Esso è costituito da prodotti eruttivi di colate laviche succedutesi nel tempo dalle Tholeiti basali (Pleistocene Medio, da 300 – 200 mila anni), alle colate laviche e prodotti piroclastici dei centri eruttivi dell’Ellittico (Olocene, da 14 a 10 mila anni), alcune lingue di colate laviche recenti dette “storiche” (1.610, dette anche “lave del Monte Gallo”) lambiscono la zona settentrionale dell’abitato (Monterosso – S. Paolo) e da terrazzi alluvionali con prodotti lavici erosi e inglobati, questi ultimi ubicati soprattutto nella parte sud–orientale dell’abitato al confine con il territorio dell’abitato di Biancavilla. Lo stesso abitato di Adrano è delimitato nella parte occidentale e in quella meridionale da un costone lavico, detto “Rocca Giambruno” e che prosegue la sua estensione sia nella parte sud–orientale che in quella occidentale e nord–occidentale con la Rocca S. Leo che si chiude a Nord dell’abitato e, precisamente, in Contrada Naviccia. Nella parte sud – orientale, affiorano terreni sedimentari terrazzati di natura alluvionale che lambiscono l’abitato, ma che hanno il loro maggiore affioramento fuori dallo stesso in direzione dell’abitato di Biancavilla. Nella parte meridionale del territorio amministrativo (Poggio S. Maria), affiorano le argille marnose grigie – azzurre della Formazione Terravecchia (Tortoniano – Miocene Superiore, da circa 11 milioni a 7 milioni di anni). La morfologia dell’area è tipica della zona, più propriamente detta, “fascia pedemontana etnea”: è generalmente caratterizzata da un blando declivio verso O–S–O con una pendenza media del 5 %, in corrispondenza di prodotti eruttivi mentre le pendenze dei terreni diventano quasi sub–orizzontali in presenza di terreni di natura alluvionale. L’aspetto morfologico dell’area è il risultato dell’attività eruttiva dell’Etna, succedutesi nel tempo e delle modificazioni successive dovute agli agenti atmosferici e all’attività antropica. La predominanza di colate laviche recenti determina in superficie una morfologia aspra e accidentata.
Dottor Geologo Mario Costa
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DESCRIZIONE GENERALE
Il plastico, eseguito in scala 1:1.000, riproduce una porzione del territorio dell’antica città di Adrano, frutto di una ricostruzione derivante da accurate ricerche condotte sulle fonti letterarie, sui reperti archeologici, sull’interpretazione della mitologia locale, dei dati geologici e orografici acquisiti dagli studiosi del territorio etneo e simetino. L’ipotesi di un territorio adranita rimasto relativamente immutato dal momento della sua prima antropizzazione fino alla fine del III – inizi del II millennio a.C. risulta compatibile con la visione del mondo dei suoi primi abitatori, i Sicani, i quali si rifacevano a una religiosità, il panteismo, che vedeva nel mondo il riflesso e la manifestazione stessa del divino. Di conseguenza, non edificarono nulla che potesse esser considerato invasivo per il territorio, nulla che potesse essere interpretato come una ferita inferta allo spirito del mondo. La loro religiosità non prevedeva costruzioni di cattedrali di mattoni; il mondo aveva fornito loro delle cattedrali naturali ove poter incontrare il divino. Si limitarono, pertanto, a costruire semplici are realizzate con pietre sovrapposte o intagliate sulla roccia calcarea, immerse fra querce e frassini, nei pressi di laghi, fiumi o fonti d’acqua pura, che ancor oggi fanno trattenere il fiato a chi ha la fortuna di imbattersi per caso o per voluta ricerca di forti emozioni interiori.
LE MURA
La realizzazione della cinta muraria ciclopica riprodotta nel plastico, la quale cinge la città custode del tempio più importante dell’isola, dedicato all’Avo primordiale, Adrano, che ebbe in prima istanza il ruolo di fungere da recinto sacro piuttosto che da muro difensivo, è collocabile nel II millennio a. C. benché gli studiosi, basandosi sull’interpretazione di un passo dello storico di Agira, Diodoro, che attribuiva a Dionigi di Siracusa la fondazione della città, ritengano sia stata eretta nel 400 a.C. Infatti, il geografo greco Pausania, attingendo da antiche fonti orali e letterarie, affermava che I Ciclopi, abili costruttori, furono chiamati in Grecia dalla Sicilia per edificare le mura difensive di Argo, Micene e Tirinto. Se i Ciclopi avevano acquisito l’abilità di cui Pausania li fa capaci è perché in patria, in Sicilia e nello specifico nell’area etnea, luogo da loro tradizionalmente abitato, essi ne avevano già realizzate: le Mura di Adrano sono fra queste opere.
LE ABITAZIONI
Avevano forma circolare. Ne sono state ritrovate su tutto il territorio adranita a formare villaggi o verosimilmente raggruppamenti per clan o gruppi familiari, a testimonianza che i Sicani non prediligevano le grandi concentrazioni abitative, ma preferivano una certa indipendenza, tanto che ogni abitazione era separata dalle altre da un’area libera.
IL TEMPIO DELLA DIVINITÀ SUPREMA: ADRANO
Questo tempio fu il primo a essere edificato e probabilmente, in un primo momento, consisteva in un’ara formata da semplici pietre poligonali sovrapposte. Essa era immersa in un boschetto sacro ove venivano allevati gli animali sacri idonei al sacrificio. Il boschetto era attraversato da fonti d’acqua pura. Le uniche abitazioni prossime al tempio erano quelle dei sacerdoti denominati Adraniti, ossia, “coloro che invocano l’Avo”. Infatti, il nome del dio risulta composto dall’unione di due lessemi: l’aggettivo “Odhr” che significa, come afferma Adamo da Brema, “furioso” e il sostantivo “ano”, che significa “avo”, “antenato”. Il tempio del dio Adrano non è stato ancora localizzato, eppure, una tradizione orale vuole che le colonne sostenenti le navate della Chiesa Madre facessero parte del tempio. Il luogo ove sorge la Chiesa Madre è altresì in perfetta coerenza con l’abitudine dei cristiani di riconvertire, secondo l’Editto del Concilio di Efeso, i templi pagani in chiese. Il sito dell’ipotetico tempio risulta essere coerente con le modalità di costruzione di quella che fu definita “l’edilizia sacra pagana”, secondo cui i templi erano costruiti nel luogo più alto della città e secondo un preciso orientamento astronomico.
FIUMI E CASCATE
Numerose erano le acque nel territorio di Adrano; numerose le sorgenti che, attraversando fiumi carsici, approdavano in superficie per poi andare a gettarsi dalla rocca, a sud della città, formando delle fragorose e suggestive cascate le quali, a loro volta, si riversavano sul fiume Simeto, che scorre a valle, al versante sud–est. Alcune di quelle cascate sono oggi appena visibili, essendosi ridotte in rivoli nascosti dalla flora, altre, le cui acque sono state deviate per ragioni irrigue e edilizie, sono del tutto essiccate, ma hanno lasciato traccia del loro ampio letto, grazie al deposito di calcare lasciato nei millenni, durante il loro fluire, tanto da colorare di bianco il nerissimo basalto. Alcune cascate del territorio adranita erano ancora fluenti e così incantevoli per il fragore delle rapide da spingere il pittore J. Houel, nel XVIII secolo, durante un suo viaggio in Sicilia a immortalarle nei suoi acquarelli.
ARA NEOLITICA
L’ara si trova a sud–ovest dal centro abitato della vetusta città di Adrano, circa trenta metri più in basso rispetto a essa. È formata da pietre di medio peso, squadrate e sovrapposte l’una sull’altra senza l’ausilio di collante. Rivolta a est, verso il sole nascente, si erge su un promontorio lavico. È circondata su un lato da scoscese pareti laviche dalle quali, un tempo, precipitavano copiose cascate. L’ara doveva essere il centro cultuale di un’area sacra. Il rito celebrato poteva esser panteistico visto il grande impatto paesaggistico del luogo: oggi, non più interamente apprezzabile a motivo della deviazione delle acque che ha cancellato il corso delle antiche cascate. Tuttavia, il fruscio delle canne mosse dal vento e il leggero mormorio dei ruscelli che scaturiscono dal vivo masso e s’insinuano tra i folti canneti, riescono ancora a far rivivere al visitatore, anche se attenuata, la magia emanata dal sito.
LE PORTE URBICHE
In seguito all’antico rito in uso per la fondazione delle città, queste erano cinte da mura circolari con quattro aperture coincidenti con i quattro punti cardinali: le porte. La città era così suddivisa in quattro settori e le porte erano collegate tra loro grazie a due strade perpendicolari tra loro. Le strade si congiungevano nel centro che rappresentava l’ombelico o il cuore della città; ivi era custodito il fuoco sacro. Tale assetto, tuttavia, non sembra trovare riscontro nell’antica città sicana di Adrano, le cui mura avevano una forma poligonale certamente non determinata dall’orografia. Non è escluso, quindi, come ipotizzato dall’astronomo Don Luigi Capone, a proposito delle mura di Alatri che, a parer suo, avrebbero riprodotto la Costellazione dei Gemelli, che anche le mura di Adrano potessero riproporre una costellazione celeste o un disegno predeterminato. L’Archeoastronomia potrà confermare o smentire tale ipotesi.
GENERAL DESCRIPTION
The model, made to scale 1:1000 reproduces a part of the ancient city of Adrano, product of a reconstruction resulting from accurate research work carried out on literary sources, archaeological remains and local mythology, geological and geographical data, by scholars of the Etna and “Simeto” area. The assumption that the city of Adrano has remained unchanged from its first impact with human activity in the area until the end of the third and the beginning of the second millennium B.C., is compatible with its “Sicani” inhabitants view of the world, who practiced Pantheism which saw in the world the reflection and the manifestation of the divine. They didn’t build anything that could be considered invasive or could be interpreted as a wound inflicted on the spirit of the world. Their idea of religion didn’t foresee cathedrals built in brick. The world had provided them with natural cathedrals, where they could encounter their god. They limited themselves to building simple altars made of stones overlapping or carved into the lime rock, surrounded by oak and ash trees near lakes, rivers or springs of pure water which still today leave you breathless if you have the good fortune to come across them.
THE WALLS OF THE CITY
The construction of the cyclops wall dates back to second millennium B.C., but many scholars think that it was built in 400 B.C., according to Diodorus, an historian of “Agira” who believed that Dionysius of Syracuse had founded the city. The Cyclops wall encircles the town which protects the most important temple of the island dedicated to the primordial ancestor, Adrano. Originally it was a sacred precinct and not a defensive wall. The Greek geographer, Pausania, using ancient literary and oral sources claimed that the cyclops, skilled builders, were asked to build the defensive walls of Argo, Micene and Tirinto in Greece. The cyclops had already created walls in Sicily including the walls of Adrano and Mount Etna where they lived. Thus acquiring the skill Pausania had referred to.
THEIR HOMES
They were circular in shape. They covered the territory of Adrano in groups of houses for clans or families and testify that the “Sicani” didn’t favour extensive residential areas, but preferred a certain independence. Each house was separated from another.
THE TEMPLE OF THE SUPREME DEITY ADRANO
This temple was the first to be built and at it was probably an altar made of simple polygonal and overlapping stones. It was surrounded by a sacred grove where sacred animals were kept for sacrifice. In the grove there were springs of clear water. The only houses near the temple were those of the priests, called “Adraniti”, that is to say those who invoke the ancestor. Indeed as Adamo of Breme points out the name of the god is made up of two words, the adjective “odhr” which means furious and the noun “Ano” which means ancestor. The temple of the god Adrano has not been found yet, but tradition says that the columns which support the naves of the Mother Church were originally part of the temple. The place where the Mother Church now stands is consistent with the Christian habit of converting pagan temples into churches, following the Edict of the Council of Ephesus. The site of the temple is coherent with the way it was built, called “the sacred pagan building”, whereby the temples were built on the highest part of the city and with a specific astronomic orientation.
RIVERS AND WATERFALLS
There were several springs in the area of Adrano, different sources which crossing karst rivers reached the surface and ran over the rocks to the south of the city creating thunderous and impressive waterfalls. They flowed into the river SIMETO which crosses the valley from south to east. Some of these waterfalls are barely visible today, just trickles of water hidden by the flora. Others whose waters have been diverted for reasons of irrigation and buildings have totally dried up, but they have left traces of their large riverbeds, thanks to deposits of limestone left over thousands of years colouring the black basalt white. In the XVIII century when the painter J. Houel visited Sicily, some of these waterfalls were still visible and charming because of the roar of the water and inspired him to immortalize them in waters colour.
THE NEOLITHIC ALTAR
The altar is in the south–west and 30 meters lower than the residential center of Adrano. It was made of middle weight square and overlapping stones, without glue. It rises on the lava ridge, facing the rising sun. Some lava walls encircle a part of the town and in the past waterfalls flowed from there. The altar was the cultural centre of a sacred area. The celebrated rite could be pantheistic due to the landscape: today it isn’t appreciating because the water diversion erased the course of the ancient waterfalls. However other things make the place magic, the rustle of the barrels in the wind, the streams that split from the rock and flow through the barrels.
THE CITY GATES
After the ancient rite used for the creation of the cities, circular walls encircle them and consisted of four gaps. Each one, in the position of a cardinal direction, was a gate. In the city were four areas and the gates were interconnected thanks to twp perpendicular streets, which joined to the centre. It represented the heart of the city and stored the ancient fire. This framework is different from the ancient city of the “Sicani”, whose walls had a polygonal shape. Surely the orography didn’t determine it. The astronomer Don Luigi Capone supposed that the walls of the “Alatri” reproduced the Gemini constellation and those of the Adrano another kind of constellation. The archeoastronomy can confirm or deny this assumption.
Francesco Branchina
www.adranoantica.it
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Fotografie di
Nelle sue foto v’è un intenso amore per la natura. L’amore per la fotografia nasce nel 1977. L’opera “Negativo” di Adams, fotografo americano, gli ha illustrato nuovi orizzonti. Predilige la foto di reportage e paesaggistica. Ama viaggiare avendo con sé le sue reflex. Alcune sue foto figurano su libri e riviste.
Vedi il diorama degli scranni delle Muse.
Vedi il diorama dell’Altare dei Palici.
Vedi il diorama delle Fonti di acque chiare e scure.
Vedi il plastico dell’antica Adrano.